La meningite è un’infezione delle meningi, membrane che rivestono il sistema nervoso centrale e proteggono il cervello e il midollo spinale, e può colpire anche improvvisamente adulti, adolescenti, ma soprattutto bambini nei primi anni di vita.

 


Quali sono le cause?

Esistono diversi agenti patogeni che possono causare la meningite: virus, batteri o funghi.

Le infezioni più frequenti, ma anche le meno pericolose sono, in genere, quelle provocate dai virus. Vi sono poi quelle provocate dai batteri quali: Neisseria meningitidis (meningococco), Haemophilus influenzae tipo b (emofilo di tipo b o Hib) e Streptococcus pneumoniae (pneumococco).


Forme di meningite

 

L’emofilo o Hib era fino alla fine degli anni Novanta la causa più comune di meningite nei bambini fino a 5 anni. Lo sviluppo di strumenti preventivi efficaci e la loro somministrazione attraverso campagne di immunizzazione a livello nazionale hanno avuto un’efficacia pari al 99%, riducendo quasi a zero i casi di meningite causati da questo batterio. In caso di meningite da Hib, è indicata la profilassi antibiotica dei contatti stretti, cioè tutte le persone che sono venute a stretto contatto con la persona malata devono sottoporsi a delle terapie antibiotiche come misura di sicurezza.

Lo pneumococco è, dopo il meningococco, una delle cause più comuni della meningite. Lo pneumococco, di cui esistono diversi sierotipi, si trasmette per via respiratoria e può trovarsi nel naso e nella bocca senza causare alcuna malattia. Le meningiti da pneumococco, più frequenti tra adulti e anziani, causano ogni anno la morte del 10% circa di coloro che si ammalano e si presentano in forma sporadica, cioè non sono in grado di provocare epidemie, al contrario del meningococco e, in misura minore, dell’emofilo di tipo b. Oltre alla meningite, lo pneumococco può essere la causa anche di polmonite o infezioni delle prime vie respiratorie, come l’otite.

L’infezione meningococcica si trasmette attraverso le secrezioni o per via inalatoria. L’agente patogeno penetra nelle mucose nasali o nella faringe provocando l’infezione. Se il soggetto ha un sistema immunitario compromesso, è più facile che il meningococco riesca a superare le difese dell’organismo e provocare la malattia. La malattia non si ha solo per contagio diretto del batterio da un soggetto malato, ma può essere scatenata anche da batteri usualmente presenti nella mucosa.

 

La maggior parte dei casi di meningite meningococcica è dovuta a cinque sierogruppi del batterio perché infettivi e contagiosi, noti come A, B, C, W135 e Y, ciascuno caratterizzato da livelli di pericolosità e diffusione differenti. Nello specifico, i sierogruppi A, B e C causano fino al 90% di tutti i casi di meningite invasiva al mondo.

 


Quali sono i sintomi?

Negli adulti la meningite si manifesta con cefalea, febbre, vomito o nausea, alterazione del livello di coscienza, convulsioni, sensibilità alla luce e irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale).

Nei lattanti, invece, prevalgono instabilità termica, irritabilità e inappetenza, con sonnolenza e scarsa reattività agli stimoli, sintomi che, ai primi stadi dell’infezione, possono essere facilmente confusi con quelli di una comune influenza, determinando un ritardo nella diagnosi che può portare a danni cerebrali, perdita dell’udito, amputazione degli arti o addirittura al decesso.

Il decorso clinico della meningite batterica (cioè causata da batteri) è molto rapido perché può condurre alla morte entro 24-48 ore, quindi è fondamentale che la diagnosi avvenga precocemente.

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